Nel 2019, le prime ferventi proteste hanno cominciato ad emergere da un gruppo pro-democrazia che denunciava gli abusi del governo del gigante asiatico.
Rivolte in Cina
Queste proteste sono iniziate a causa di una legge controversa che il governo cinese aveva intenzione di approvare. Il disegno di legge permetterebbe loro di detenere arbitrariamente gli abitanti di Hong Kong, il che ha portato la resistenza a una lotta prolungata di denunce e proteste contro il governo cinese fino a quando il disegno di legge è stato finalmente respinto all’inizio di settembre dello stesso anno.
Tuttavia, la lotta non si è fermata lì, perché questo ha dato un motivo in più alla lotta degli oppositori di Hong Kong e delle istituzioni democratiche, così le proteste sono diventate ancora più pronunciate.
La gestione della crisi sanitaria da parte della Cina
Infine, con la pandemia alle porte, la Cina ha avuto l’opportunità di chiudere le strade di Hong Kong nonostante il crescente potere e sostegno politico del Partito Democratico Cinese nella regione.
La Cina è stata in grado di approvare un progetto di legge sulla “sicurezza nazionale” che essenzialmente reprime qualsiasi tipo di manifestazione e movimento sovversivo che potrebbe causare l’indebolimento del Partito comunista cinese.
La definizione dei reati nella legge è molto vaga, rendendola molto generale e non specifica su quali atti sono considerati reati e quali no, permettendo così una maggiore repressione a Hong Kong.
Se pensate che il movimento democratico cinese sia stato colpito abbastanza duramente, vi sbagliate, perché il governo sta riscrivendo le regole elettorali in un machiavellico tentativo di garantire il potere ai fedeli al governo di Hong Kong.
Così, il cosiddetto diritto universale al voto libero non è rispettato, poiché la Cina garantisce il potere solo a chi già ce l’ha e il partito democratico (chi non è stato arrestato) ha vita dura.